giugno 29, 2009

Prima vacanza con i gemelli


Dopo lunga latitanza, un rapido aggiornamento: sabato partiamo per le vacanze (le prime dell'era post bambini). Destinazione: Sicilia. Mezzo di trasporto: nave Genova-Palermo. Durata tragitto: 18 ore. Ecco, quest'ultimo particolare l'ho realizzato (solo) stamattina e mi è venuta un po' di ansia. Ma siccome sul sito della compagnia navale ho letto che sono attrezzati con lettini, scaldabiberon, seggioloni, etc. etc., siccome avremo la nostra bella cabina familiare e siccome mio marito la fa sempre molto facile, mi sono tranquillizzata un po'. Però domani chiamo quelli del call center e gli chiedo se mi fanno salire con il passeggino: non pensino che mi faccia mollare all'ingresso della nave con due bambini che camminano per modo di dire mentre il mio consorte va a parcheggiare. Poi ci sarebbero una serie di baby-pasti da organizzare e un mini-bagaglio (che nel mio caso di mini non avrà niente) da portare a bordo ma anche a quello preferisco non pensare. Almeno fino a giovedì.

Dovessi incontrare quel tipo di signora che ti dice non ti invidio proprio (frase che io detesto) le darei ragione: nemmeno io mi invidio.

In valigia mettiamo il portatile: dovesse capitarci un vicino "generoso" con una wireless non protetta, conto di dare notizie di me...

giugno 19, 2009

Un anno di blog



Varie (ed eventuali). In ordine sparso.
Intanto oggi è il mio compleblog, nel senso che giusto un anno fa scoprivo cosa fosse un blog e decidevo di aprirne uno.
Colgo l'occasione, come si usa dire, per ringraziare quelli che passano di qui abitualmente o per caso, quelli che commentano e non. E anche quelli che non-capisco-la-mania-di-raccontare-i-cavoli-propri-in-un-blog ma intanto il mio lo leggono.

Poi, ieri c'è stata la prima serata fuori sole donne da quando io e la mia amica P. siamo diventate mamme. Ce ne hai messo di tempo, dirà qualcuna. Ebbene sì. E mi sono anche sentita in colpa. Almeno fino a quando sono salita in ascensore (per uscire). Non sto a spiegare il perché ma assocerò per sempre questa piacevole serata a un barboncino bianco di nome Mariuccia.

Il consorte a casa con la prole se l'è cavata bene. Ha dato loro da mangiare. Ha fatto loro il bagnetto veloce nel lavandino. Gli ha messo il pigiamino. Me li ha persino profumati con la baby acqua di colonia, salvo poi metterli a letto con le galline per vedersi in pace la Nazionale...
Com'è andata?
Bene, a parte che hanno faticato ad addormentarsi...
Mmm, gli avrai mica messi a letto prima che iniziasse la partita?
Sì.
Eh, certo: non avevano ancora sonno...
No, no. Erano stanchissimi!

Per finire: Christian fa uno, due, tre, quattro, cinque passi da solo. Per i fatti suoi. Senza che nessuno lo sproni. Poi si siede o gattona un po'. Ma poi li rifà di nuovo.
Quell'altro invece, che fino a ieri sembrava sul punto di camminare, sembra essersene completamente dimenticato.

giugno 12, 2009

Il nido

A ottobre (a quasi 18 mesi) andranno al nido: sezione part-time. Ieri la prima riunione con i genitori.
La premessa è che io non sono così convinta che il nido sia proprio il meglio per un bambino. Si divertiranno anche ma continuo a pensare che la mia nonna ci ha cresciuto in tre [me e i miei due cugini] e siam venuti su bene lo stesso... Poi però ci sono giorni in cui credo che valga la pena mandarceli, almeno per mezza giornata.
Ore 18.00. Sono la seconda ad arrivare. Lì trovo una mamma che la-pediatra-ha-latitato-tutto-il-giorno-la-bambina-non-stava-bene-e-dal-pronto-soccorso-me-l'hanno-ricoverata-con-la-gastroenterite. Ha gli occhi lucidi. Mentre me lo racconta, vengono anche a me. Cominciamo bene...
All'ingresso c'è un elenco. Quando un bambino va riportato a casa: febbre e cose varie. Lo leggo e già mi viene l'ansia perché i miei bambini le scariche così-e-cosà non ce le hanno mai avute, tanto meno tre di seguito. E penso a quante gliene verranno...
Ci parlano di quanto sia importante l'inserimento: perché il distacco crea un dolore, mettetelo già in conto! E' un dolore sano - sia chiaro - perché vuol dire che esiste un attaccamento. Ma sempre dolore è!
Poi c'è una tizia (il cui pargolo è giusto giusto nella classe dei miei) che non ha mai fatto vaccinare il figlio. Si affretti a farlo signora, se no al nido non entra! Non sono gli altri bambini ad essere in pericolo ma il suo! Ma a me questo concetto non mi ha convinto mica tanto.
Per finire ci avviamo con le nostre educatrici nelle rispettive sale. E qui chiedo se sia il caso (visto che arriverò con due bambini) che mi porti mio marito il primo giorno. Per la serie, ogni bambino ha diritto a un genitore tutto per sé:
E: per noi è sufficiente la mamma, però se lei preferisce così...
Io: ma no, ma no, lo chiedo a voi che ne sapete più di me...perché sa una volta in un posto nuovo, si sono spaventati...e io sono una sola...
E: per noi è sufficiente la mamma perché loro cercheranno lei...
Io: secondo me quella volta lì gli sarebbe andato bene anche il papà...
E: nel momento del distacco sarà lei che lascerà qui i suoi figli...comunque il suo caso è più complesso, ne parleremo meglio nell'incontro individuale... - Mazzata finale! -
Per la serie se questo è l'inizio...
Meno male personale e ambiente mi hanno fatto una buona impressione.

Questo l'ha scritto Sara tempo fa in Diario di un'educatrice di asilo nido ma non solo... Ieri sera me lo sono riletto.

giugno 05, 2009

L'isola felice

Quando si dice che in fatto di arredi e simili i mariti devono lasciar fare alle mogli...
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Anni fa il papà al quadrato decideva di sbarazzarsi del suo mini-mono-locale e di metter su una casa vera. Decideva anche di coinvolgermi subito nella faccenda.
Si andò così a comprare il mobilio senza idee alcune. Scelsi tutto io, tranne una parete attrezzata (si dice così?) per metterci su il televisore, che ancora oggi mi domando a cosa serva tutto quel contorno lì per appoggiarci un elettrodomestico. Non bastava un mobiletto?
Bene. Per i nostri bambini quel mobile lì non è un mobile. E' un gradino da salire e poi un gradone da scalare. E' un piedistallo dove alzarsi e fare un "comizio". E' il punto ideale per accedere con le manine allo scaffale lì accanto, e pescare random i libri da buttare giù. Ma soprattutto è un invito ad abbracciare senza troppe fatiche il mega schermo della tv. Insomma, è un'isola felice dove si siedono a riflettere (!) o a farsi gli affaracci propri.
Poi, fortunatamente, come i gatti che saliti in cima all'albero non sanno più scendere, ti chiamano per farsi riportare giù.